MARVELIT
PRESENTA
Di
Carmelo Mobilia
& Igor Della Libera
ALBA ROSSA (2° parte)
# 27
Appartamento di Eric
Masterson.
Eric e suo figlio Kevin erano
seduti sul divano, davanti alla TV, come milioni di americani in quel momento.
Si stavano gustando un episodio della serie “The Big Bang Theory”, la preferita
del ragazzo, quando all’improvviso un'edizione speciale della CNN interruppe il
programma per trasmettere un bollettino speciale: un gigante in tutto e per
tutto simile ad Hulk, ma di colore rosso anziché verde, stava terrorizzando la
contea di Orange. Le squadre SWAT locali nulla potevano contro il mostro ma per
fortuna i Vendicatori della Costa Ovest erano arrivati sulla scena per
occuparsi della faccenda. Le immagini trasmesse dal cameraman però mostravano
come anche i cosiddetti “eroi più potenti della Terra” riuscissero a stento a
contenere la furia distruttiva del mostro: automobili che volavano in alto come
birilli, solchi sull’asfalto come nella sabbia, addirittura un intero centro
commerciale sul punto di crollare su se stesso. Uno spettacolo apocalittico che
aveva lasciato il giovane Masterson a bocca aperta. Suo padre cercava di
mantenere un certo contegno ma stringeva il suo bastone tra le mani come se
volesse stritolarlo.
<Papà! Hai visto?>
<Non devi preoccuparti
Kevin. I Vendicatori hanno la situazione sotto controllo. Vedrai, troveranno il
modo di sconfiggerlo.> disse, cercando di assumere un tono tranquillizzante.
<Ma papà! Quel mostro sta
distruggendo O.C.! Perché non fai qualcosa! Tu puoi sconfiggerlo!>
<Ti ho detto che non devi
allarmarti. Non è la prima volta che affrontano qualcosa del genere... per loro
è routine. Sono stati in situazioni peggiori di questa, e hanno trionfato. Sta
tranquillo ...>
<Ma che ti prende? Perché
non vuoi andare lì a dargli una mano?>
<Tesoro, quelle immagini ti
stanno turbando. Spegni la televisione, e non pensarci più. Lascia fare a loro
... sono professionisti, sanno quello che fanno.>
<Ma si può sapere perché non
ti vuoi trasformare? Tu hai il potere di fermare quel mostro ...>
<Perché mi sono ritirato,
Kevin! Ho chiuso con quella vita. Ne voglio una normale, voglio vederti
crescere. Non voglio rischiare di perderti ... un’altra volta.>
<Ma papà ... guarda la tele!
Ci sono delle vite in pericolo! Quante famiglie saranno andate in quel centro
commerciale oggi? E tu le lasceresti morire solo per stare con me?>
< Tu sei la cosa più
importante della mia vita. Sei tutto il mio mondo. Non ho mai voluto essere un
supereroe ... non voglio che tu cresca senza un padre perché lui era in giro
per il mondo a giocare al “dio del tuono”.
So come ci si sente a crescere
con un padre assente e non voglio che accada anche a te.>
Kevin strinse il braccio di suo
padre e lo guardò negli occhi.
<Papà ... io non voglio
questa responsabilità. Non voglio essere io la causa per la quale un sacco di
persone perderanno un padre o un figlio ... solo perché tu sei voluto restare
qui con me a guardare uno stupido programma! Io io ... non posso
sopportarlo> gli disse il ragazzo, mentre gli occhi cominciavano a
diventargli lucidi.
<Tu hai la possibilità di
fermarlo ... ti prego papà> disse ancora, porgendogli il suo bastone
<Fallo per me. Ti prego.>
Kevin Masterson abbracciò suo
figlio, stringendolo forte a se.
<Nemmeno Odino ha tutta
questa saggezza ... ma da chi hai preso?>
<Da te papà. Tu sei il mio
eroe.> Eric baciò il figlio sulla fronte, poi afferrò il suo bastone e gli
disse:
<Fatti in là figliolo.
Copriti gli occhi.> poi un lampo riempì la stanza ed Eric Masterson,
architetto, sparì, e al suo posto apparve un possente tonante di oltre due
metri.
Orange County. Adesso.
<THUNDERSTRIKE!> urlarono
all’unisono She Hulk e War Machine, stesi a terra dalla fragorosa onda d’urto
provocata da Hulk.
<Ma che t’hanno fatto in
California, bestione? Ti hanno sbagliato la tinta?> disse Thunderstrike
rivolto al gigante rosso. Ma questo rispose solo con un ruggito animalesco.
<Beh non che io sia nella
posizione di giudicare ... d’altra parte, neppure io sono il tonante originale.
Non ti biasimo. Ma se te la prendi con i miei amici, allora diventa una
questione personale...> disse colpendo nuovamente il mostro con la sua mazza
incantata.
Eric sapeva che Hulk non era un
avversario convenzionale: rosso o verde che fosse, la sua forza non era certo
inferiore a quella dell’originale. Il
vero Thor aveva affrontato Hulk in diverse occasioni, ma non era mai riuscito a
sconfiggerlo definitivamente ... e lui aveva secoli di esperienza in combattimento.
Quante chance poteva avere un architetto newyorkese ? Per fortuna che Eric non
era solo, in questa battaglia.
<RIPRISTINO SISTEMI 12%.>>
L'energia era per ora
sufficiente a fargli muovere un braccio. Troppo poco per fermare un Hulk
scatenato. Rhodes guardava la scritta comparsa all'interno del casco. La
conosceva bene. Era lì a testimoniare come dentro quell'armatura perfetta che
da sola avrebbe potuto tener testa all'esercito di un piccolo paese, c'era
comunque un uomo. E quando la macchina veniva meno l'uomo era impotente. Un
fragile essere dentro un guscio di metallo. L'arma finale diventava una
prigione o peggio una tomba. Davanti ai suoi occhi elettronici comparve il viso
verde i e i capelli che lo velavano per metà di She Hulk.
<Come va lì dentro?> >
<Mi sto ripristinando ma ne avrò ancora per un bel po'.>
She Hulk si spostò dalla
visuale e Rhodes inquadrò la scena di lotta tra il tonante di riserva e Hulk.
<Sembra che il nostro amico con il martello se la stia cavando ...
alla fine noi ruote di scorta dei grandi big non siamo così male.>
<Parla per te. Io sono unica.> rispose
la donna.
<<RIPRISTINO SISTEMI 20%>>
Red Hulk allungò la mano per
afferrare la mazza, ma ancora una volta l'arma mistica andò a segno questa
volta rifilando un montante di metallo Uru che lo spedì di nuovo a terra.
Thunderstrike era pronto ad evocare dal cielo un altro fulmine.
<Non devo dargli un attimo
di respiro. Accusa i colpi ma è come se non potesse arrendersi o cedere. Sarà
dura mandarlo al tappeto.> pensò Eric.
Puntò la mazza verso le nubi
sfilacciate.
<L'originale avrebbe detto
qualcosa di poetico, avrebbe parlato di nembi, io invece punto sul classico:
sei pronto ad essere preso a fulmini nelle chiappe? Perchè anche se non lo sei
sta per arrivare una supposta dal cielo!>
Hulk era in possesso solo della
rabbia primordiale e dell'istinto. Non aveva pensieri lucidi ma ricordava
quanto gli avesse fatto male il petto trapassato dalla saetta, quanto l'odore
della carne ferita e bruciata l'avesse nauseato e se possibile fatto arrabbiare
di più. Si lanciò contro Thunderstrike come avrebbe fatto un toro.
<<RIPRISTINO SISTEMI 48% >>
Rhodes sentì la spiaggia
tremare sotto il suo corpo avvolto nell'acciaio. She Hulk si spostò di lato e
si voltò proprio nel momento in cui Hulk afferrò per i polsi Thunderstrike
facendogli abbassare il martello. La presa sulla carne del tonante diventò
bollente e Thunderstrike gridò. Fu a quel che una piccola mitragliatrice con
proiettili speciali iniziò a riversare il suo fuoco su Hulk allontanandolo dal
Vendicatore biondo. Jen soccorse
Masterson.
<Dovrei mettere una croce
rossa sul mio costume.>
Thunderstrike si rialzò
aiutandosi con il martello.
<Mi sbagliavo, non sei
l'unica degli Hulk ad essere hot. Cosa diavolo è successo a...>
<Non è Bruce. Mio cugino non
ha mai manifestato simili poteri.>
She Hulk fece una breve pausa <Per quanto possa sembrare assurdo io
credo che chiunque si sia trasformato in quella cosa stia soffrendo al suo
interno... dovremmo aiutarlo...>
<Aiutare lui? E chi aiuta noi?>
Rhodes aveva già avuto un
assaggio dei colpi di fuoco di Red Hulk e così si trovo ad imitare un pugile,
agile nelle schivate e deciso negli affondi. Due, tre pugni andarono a segno.
<Il problema è che a lui ne
basta uno, rispetto all'altro Hulk non c'e niente che lo trattenga, prima sulla
spiaggia se non fosse arrivato il biondino, mi avrebbe schiacciato come una
lattina.> pensò Rhodes che non era affatto rassicurato dai dati del sistema
interno. L'energia bastava a stento per le armi meno potenti.
Ma fortunatamente Jim sapeva
come fare a sopperire a quella mancanza di potenza.
<Basta con i
fulmini> gridò She Hulk <Prova a
far piovere; almeno dovremmo riuscire a spegnerlo. Una bella doccia fredda è
quello che ci vuole per i bollenti spiriti.>
<Per chi mi hai preso, per
Tempesta degli X Men?> scherzò
Thunderstrike , poi alzò gli occhi al cielo e subito questo iniziò a scurirsi.
Questa volta il fulmine non scese dall'alto ma scaturì dalla sua mazza e andò a
squarciare il nero nell'aria. Fu come se fosse stata aperta una sacca piena
d'acqua quando questa scrosciò con forza addosso a Red Hulk. Il calore intorno
alle sue grosse mani iniziò ad evaporare.
***
<Hank! Hank!>
La voce di Tigra mascherava con
la forza dell'urlo la sua preoccupazione. USAgent alle sue spalle aveva
iniziato a spostare le macerie. Era sicuro che quello fosse il punto dove Hank
era stato travolto dal crollo del palazzo.
<Deve aver perso i sensi e
non può risponderci. > disse USAgent, trovando le parole meno adatte se
voleva tranquillizzare Tigra. La donna felino lo raggiunse ed iniziò a scavare
incurante del fatto che i suoi artigli non andassero bene per quell'operazione.
<Lascia fare a me. Dei due,
sono io il Super Soldato.>
<E io cosa sarei, la donna
che deve stare in disparte e struggersi in attesa che l'uomo avvolto nella
bandiera con i colori sbagliati risolva la situazione?> rispose Greer
polemicamente.
<Pensavo di aprirti un varco
per permetterti di scivolarci dentro. Ho una certa esperienza di palazzi che
vengono giù, tanto da sapere che si creano delle zone vuote, e visto che quando
Pym è sparito tra la polvere e il
cemento era ancora abbastanza grande, ho l'impressione lo troveremo una volta
che saremo riusciti a togliere abbastanza detriti da creare un passaggio. >
Tigra rimase in silenzio.
USAgent invece accompagnò le sue parole con gesti precisi e quando non bastò la
sua super forza usò lo scudo come leva per rimuovere i pezzi più grossi. Quando
uno di questi rotolò verso il basso del cumulo si aprì un buco come l'entrata
di un pozzo. Tigra si affacciò e i suoi occhi capaci di scrutare nel buio
perlustrarono in fretta il fondo.
<Qualche segno di
Calabrone?>
Tigra stava per rinunciare
quando due enormi dita guantate di nero attirarono la sua attenzione.
<L'ho trovato! E’ in parte
sepolto dalle macerie... ma quando la struttura ha ceduto l'ha fatto anche
l'asfalto e lui è finito dentro il garage sotterraneo del centro commerciale...
vedo una sbarra divelta e parte delle colonne di sostegno ancora in piedi.>
<Adesso non ci resta che
rianimarlo.> spiegò USAgent
<Non sarà facile fare la
respirazione bocca a bocca ad un gigante.>
USAgent si mise sul bordo del
buco.
<Sono sicuro che nella sua
cintura troveremo qualcosa che fa al caso nostro. Il dottore non esce mai di casa senza i suoi
strumenti.>
<Seguimi, faccio strada io.
Il buio è mio amico.> spiegò Tigra sparendo nel foro. USAgent le stava
dietro e mentre lei usava tubi che uscivano dall'asfalto o pezzi di muratura
rimasti al loro posto per muoversi, Walker optava per dei salti meno agili e
più di una volta l'oscurità non rese affatto facile la sua ricerca
dell'appiglio giusto. L'ultimo atterraggio lo fece sullo stomaco di Pym.
<Attento.> disse Tigra
che a quattro zampe aveva raggiunto la cintura che conteneva capsule diverse
sostanze.
<E' una fortuna, Walker, che
ci sei tu qui e non She Hulk...>
<Per quanto mi faccia
piacere sentirtelo dire, sono abbastanza onesto da ammettere che la sua forza
ci avrebbe risparmiato questo “pronto soccorso” per giganti.>
<Intendevo dire che si
sarebbe divertita vedendomi armeggiare con la cintura gigante di Pym a pochi
centimetri dal...>
USAgent registrò quella frase come il solito modo di fare spregiudicato e anticonformista della sua compagna verso la quale provava uno strano mix di repulsione e interesse. Un pensiero che venne interrotto da un'immagine mentale di una Valerie Cooper in divisa che lo rimetteva in riga. Lasciò correre e disse:
<Sei riuscita a trovare
quello che ci serve?>
<Non sono molto brava come
chimico, ma mi ricordo che Hank una volta mi ha spiegato le diverse sostanze
che tiene con se e tra queste c'è una fiala con gas rimpicciolente, devo
solo... ah ecco! Ho trovato la capsula!
Vieni a darmi una mano; non posso
farcela da sola. Dobbiamo spruzzarlo su Calabrone.>
USAgent la raggiunse e con
fatica riuscirono a togliere dalla cintura la boccetta, che in quel caso era
grande come un uomo.
<Mi sembra di essere in
quella favola che mi raccontava mia madre; c'erano dei giganti e una pianta di
fagioli.>
<Chissà perchè ma questa
citazione me l'aspettavo da uno come te. Valerie non ti porta mai al cinema o
non ci vai più da quando Schwarzenegger
ha smesso di recitare?>
<La cosa ti sorprenderà, ma
effettivamente l’ho sempre preferito come attore che come politico.>
Insieme ruppero il sigillo
della capsula e riuscirono e rovesciare il contenuto sul corpo del gigante; una
volta ricoperto dal gas, in pochi secondi Calabrone tornò alla sua taglia
normale.
<Ok, ci siamo. Fagli la
respirazione artificiale.>
<Ma non eri tu il
“supersoldato”? Non tocca a te praticargliela?>
<Credo apprezzerà d più se
avrà il tuo contributo. Ora muoviti.>
Tigra iniziò a soffiare nella
bocca del suo ex amante e a praticargli il massaggio cardiaco, e in pochi
minuti Henry Pym riprese conoscenza.
<Dio... mi sento la testa di
svariate taglie più grosse...>
<Ce l’hai avuta fino a pochi
minuti fa, effettivamente ...> rispose ironicamente Tigra. Hank capì di
essersela vista brutta: Tigra aveva l’abitudine di scherzare quando le cose si
mettevano male.
<Mi dispiace Pym, non
abbiamo il tempo di farti rifiatare. C’è un Hulk da prendere a calci in
culo.> intervenne USAgent <Ce la
fai a ricrescere?.>
<Ne-negativo, USAgent. Il
mio corpo non reggerebbe lo stress. Devo riposarmi per qualche minuto.>
<Prenditi il tempo che vuoi.
Sei stato grande prima. Te lo sei meritato.>
<D’accordo allora. Tu resta
qui allora. Noi andiamo a dare una mano ai ragazzi.>
Agent e Tigra tornarono in
superficie. Nessuno di loro biasimava Henry, eppure lui si sentì umiliato da
quell’accondiscendenza. Loro andavano a rischiare la vita, mentre lui restava a
nascondersi in un buco... letteralmente. Era questa la pasta di cui era fatto
un vero leader?
***
Il monsone improvvisato da
Thunderstrike investì in pieno Hulk, disorientandolo. Il Vendicatore biondo
continuava a colpirlo, ma il colosso scarlatto non voleva saperne di cedere.
She Hulk si unì al pestaggio, e i due sembravano avere la meglio su di lui.
L'unica certezza che avevano era quella di non poter mollare nemmeno per un
istante: se quella creatura era come l’Hulk originale, quello verde, sapevano
che più si arrabbiava e più diventava forte e resistente. E in quel momento,
era furioso.
Intanto, Jim Rhodes s’era
allontanato dalla zona di combattimento; aveva pensato ad un modo per chiudere
la partita, ma gli serviva una mano dalla contea di Orange. Collegò la sua
armatura ad un palo della luce, attingendo al sistema elettrico della città. I
cavi facevano fluire l’energia all’interno della corazza, alimentandola.
<<RIPRISTINO SISTEMI 60% ... 70% ... 80%
>>
Proprio in quel momento, Tigra
e USAgent giunsero sul posto.
<Ehi Rhodes, tutto bene?>
chiese il Soldato.
<Affermativo. Ho forse trovato il sistema per abbatterlo definitivamente, ma mi serve un
po’ di tempo per l’update.>
<E’ Thunderstrike,
quello...> esclamò Tigra <Ecco perché s’è messo a piovere all’improvviso
...>
<Già, tempismo perfetto. Stavo per andare al Creatore. Mi ha salvato
la vita. Dov’è il dottor Pym?>
<Ha bisogno di tirare il fiato.
Ha dato veramente tanto.> disse Agent.
<Quanto tempo ti serve per
il tuo trucchetto?> domandò Tigra.
<Almeno 2 minuti. Cercate di farmeli avere. Ed io toglierò di mezzo
quell’ammasso gigante di ketchup.>
<Due minuti... è una parola.
Se neanche i nostri pesi massimi riescono a tenergli testa ...>
<Meno chiacchiere Nelson e
più azione!> esclamò USAgent gettandosi nella mischia senza la minima
esitazione.
Tigra, come uno di quei gatti
che ti trovi all'improvviso sulla faccia, saltò addosso all'Hulk rosso e affondò gli artigli nei suoi occhi. Li ritirò
rapidamente tracciando nell'aria due scie di sangue che a contatto con questa
diventarono schizzi di lava. L'Hulk accecato provò ad afferrare la vendicatrice
ma le sue mani tornate incandescenti strinsero solo il vuoto. She Hulk colse
l'occasione per tornare a colpirlo allo stomaco con due pugni ravvicinati. I
poteri rigeneranti della creatura erano già all'opera e lentamente la pupilla
tornò normale. La vista gli dava ancora problemi. Era come se una nebbia di
sangue gli velasse il viso. Toglieva sostanza ai contorni della figura che si
stava per avventare su di lui. La voce simile al rombo dei tuoni che governava
fece capire al mostro che si trattava di Thunderstrike.
<Pensi di essere il solo
arrabbiato qui? Non lo sei! Io sono molto più incazzato di te e quando mi
succede magari non divento più forte, ma cresce la mia voglia di martellarti
fino al centro della terra.>
Masterson parlava e colpiva
senza sosta, sotto il mento della creatura, sulle spalle. L'Hulk rosso si
protesse indietreggiando.
<Spostati ‘Strike. Adesso è
il mio turno. Non diamogli un attimo di tregua. Dobbiamo confonderlo,
indebolirlo. Attacchiamolo da ogni direzione, in modi diversi, così non
riuscirà a capire e ad anticipare le nostre mosse.>
USAgent lanciò lo scudo con
precisione. Il suo bersaglio era il collo del mostro. Non lo fallì e il respiro
della creatura si spezzò nella sua gola.
L'Hulk Rosso saltò all'indietro
per allontanarsi dal fuoco incrociato dei Vendicatori. Si stava spostando verso
il mare.
<She Hulk ferma, rimani a
distanza di sicurezza> le intimò Walker vedendo che la gigantessa intendeva
braccarlo.
L'avvertimento arrivò troppo
tardi. La creatura affondò la mano destra nella sabbia umida e ne prese
abbastanza da lanciarla contro Jennifer.
She Hulk perse la vista nella
nube di granelli e mentre cercava di toglierseli dagli occhi vide quelli
roventi dell'essere. L'aveva afferrata per il collo e la teneva davanti a lui
come uno scudo umano.
<Si sta nascondendo dietro
She Hulk, se attacchiamo rischiamo di colpirla!>
Ringhiò Tigra in lontananza e
si girò verso War Machine.
<<RIPRISTINO SISTEMA 500% >>
Rhodes gridò dentro l'armatura
e combattendo il dolore staccò i cavi dal suo petto che fibrillava di energia.
Era andato ben oltre il limite. Doveva rilasciare quel raggio il prima
possibile o sarebbe esploso. La pressione che provava era tale da avere
l'impressione che gli occhi fossero sul punto di schizzare dalle orbite e che
le vene sulle braccia stessero per aprirsi.
Gli strumenti gli permettevano di sentire le grida dei poliziotti e dei
pompieri e dalle loro parole confuse capì che aveva tolto l'elettricità a gran
parte del lungo mare di Orange County. I lampioni che seguivano il marciapiede
scoppiarono come palloncini uno dopo l'altro e il sole del tardo pomeriggio
mascherò solo in parte le luci che si spegnevano dietro le finestre delle
abitazioni più vicine. Tutti gli strumenti elettrici si fermarono. La forza di
quello spicchio di città, immobilizzata dal blackout, era dentro di lui. Tese
le braccia e il petto metallico si aprì liberando lame di luce. Si bloccò
quando nel mirino vide che non c'era solo il mostro ma anche She Hulk. La sua voce meccanica si riverberò nell'aria
con forza, stravolta dalla tensione.
<She Hulk devi liberarti, non posso più trattenermi... l'energia
ucciderà me invece che fermare quel bastardo.>
Quelle parole bloccarono gli
altri Vendicatori. Prima fissarono War Machine e poi la loro compagna che
inutilmente provava a staccare le dita rosse che la bloccavano. Sapeva che non
sarebbe sopravvissuta all'impatto con il raggio distruttivo e il suo pensiero
fu rivolto a suo padre.
<Papà ci rivedremo prima di
quanto credessi...> disse tra se
provando un'ultima volta a liberarsi. Quello che successe poi occupò pochi
istanti, ma a tutti i presenti sembrò come se il tempo non passasse affatto,
rendendo ancora più drammatica la loro impotenza di fronte al dispiegarsi degli
eventi. She Hulk avvertì il terreno vibrare sotto i piedi dell'Hulk prima che
lo stesso mostro percepisse la minaccia. Il Calabrone si materializzò alle sue
spalle e in pochi secondi assunse le dimensioni di un gigante e con la sua
forza aumentata pestò il terreno sbilanciando il mostro. Fu quel colpo che She
Hulk sfruttò per liberarsi dalla presa.
<ADESSO!!> gridò Hank verso War Machine, mentre
afferrava il nemico e lo bloccava sulla linea di tiro. Il raggio eruppe
dall'armatura con una forza spaventosa e la sua luminosità fu tale che tutti
dovettero schermarsi gli occhi. La luce attraversò come un maglio la spiaggia e
avvolse in un’esplosione fredda ed elettrica l'Hulk rosso e Hank. Non ci furono
suoni, solo un lampo simile a quello di un enorme flash che sembrò incendiare
ogni cosa sul suo cammino. Spazzò via le ombre della sera dando al cielo un
colore di ghiaccio che non aveva mai avuto.
USAgent aveva usato lo scudo come schermo. Lo abbassò e fu il primo a rendersi conto che una porzione di spiaggia era stata strappata via e che nel punto dove prima si trovavano l'Hulk e il suo compagno, al loro posto c'era adesso un cratere in cui la sabbia superstite fluiva dentro come in una clessidra. Tigra soccorse She Hulk che era la più vicina all'impatto. Thunderstrike invece raggiunse War Machine e lo sostenne con la sua super forza. La voce di Rhodes era ancora tremante.
<I miei sensori
non stanno captando nulla, nè Pym, nè la creatura...>
<La speranza è l'ultima a morire; anche con la mia limitata esperienza ho assistito ad un buon numero di morti apparenti da sapere che nel nostro campo non ci si deve mai arrendere all'evidenza.> disse Thunderstrike.
USAgent si spostò leggermente indietro dal bordo del cratere. Questo comunicava direttamente con il sottosuolo e con un tratto fognario.
<Non avrei mai creduto che Pym avesse abbastanza fegato da fare quello che ha fatto. Si è sacrificato per noi, come un vero soldato americano. Onore al nostro leader. >
<Tu l'hai sempre sottovalutato, ma lui era uno dei fondatori dei Vendicatori non il sostituto a tempo di uno di loro!> disse Tigra che lo aveva raggiunto sperando che i suoi sensi potessero dare una qualche risposta alla domanda che la tormentava più di chiunque altro. Non poteva credere che Pym fosse stato disintegrato. USAgent lasciò correre ma quella battuta dimostrava come nonostante tutto dovesse ancora combattere per avere la fiducia della sua compagna.
<Non ci sono corpi. E’ un buon segno.> aggiunse She Hulk che si reggeva a stento. La sua pelle ancora luccicava per l'effetto del raggio.
<Quel raggio era davvero potente, lo possono testimoniare i miei muscoli, che sembrano diventati di gelatina.> la voce meccanica di War Machine si aggiunse al coro dei commenti sul bordo del cratere
<Ma non lo era da far sparire un mostro
come quello. E' più probabile che si sia creato una fuga sfruttando le
fogne...>
<O che sia saltato via evitando il raggio ed usando la fiammata di luce per nascondere la sua fuga.>
Pensavano fosse stato Thunderstrike a parlare e invece lui li guardò affermando che era rimasto in silenzio.
<Onestamente sarei rimasto ancora un po' a ronzarvi attorno soprattutto per sentire qualche altra bella parola di USAgent nei miei confronti, visto che non capita spesso.>
Tigra sorrise vedendo che c'era un piccolo insetto che le girava attorno. Era stato quel puntino a parlare. Il Calabrone riprese velocemente la dimensione di un essere umano e si trovò addosso un'occhiataccia di USAgent.
<Sono contento di non dover venire al tuo funerale, meno del fatto che dopo tutto questo casino e il blackout generato da War Machine siamo al punto di partenza. Abbiamo in mano un pugno di sabbia.> disse Walker raccogliendole un po' per farla filtrare dal palmo chiuso.
<Posso collegarmi ai satelliti che orbitano intorno alla terra e vedere se hanno ripreso il mostro mentre scappava. > rispose Rhodey.
<Ottimo, se non ci sono filmati è evidente che ha usato le fogne, ma in entrambi i casi sarà già abbastanza lontano da essere impossibile trovarne le tracce. >
<Sentiremo ancora parlare di lui. Questo è stato solo il primo round e ha portato con sé solo nuovi interrogativi. Da dove viene? E' legato a mio cugino? Chi è stato a dargli quei poteri che nessun Hulk ha mai avuto?> She Hulk allargò le braccia sconsolata e poi aggiunse <Mi fermo qui perchè sono a corto di cliché.>
<Non tutto il male viene per nuocere, prima di questo attacco pensavamo che per i Vendicatori della Costa Ovest fosse giunta la fine e invece siamo ancora qui...>
Thunderstrike tossì interrompendo Pym.
<Accetto. E' evidente che siete a corto di membri, soprattutto di gente che dia del “tu” a Galactus. Io ci sono. Pensavo di aver appeso il martello al chiodo e di essere felice con la mia vita normale. Non posso averne una non quando ho dei poteri che possono fare la differenza.>
Pym stava per rispondere quando lo bloccò War Machine.
< Prima di passare agli abbracci e preparare la tessera per Thunderstrike, guardate qui > diede un comando al suo computer interno e proiettò diversi video. In uno di questi si vide una figura compiere dei salti in prossimità del deserto del Nevada e poi sparire. Non c'erano immagini successive e il time code sul video evidenziava come ciò fosse accaduto quindici minuti prima mentre loro erano alle prese con gli effetti del raggio e la scomparsa di Calabrone.
<War Machine, trasferisci tutti i video nel server della base, mi metterò ad analizzarli nella speranza di poter individuare una pista. So già che sarà come cercare un ago in un pagliaio ma non saremmo Vendicatori se le nostre missioni fossero possibili.> fece una pausa e poi strinse la mano a Thunderstrike <Sono contento che non abbia nemmeno dovuto fare il discorso di reclutamento, non sono bravo in queste cose. Benvenuto a bordo Thunderstrike. E a proposito di questo...>
War Machine si trovò gli occhi di tutti addosso.
<So cosa vuoi
chiedermi. Non posso accettare. Mi spiace. La ragione ufficiale è che ho un bel
daffare a gestire la REvolution... è più facile sparare con un'armatura ai
cattivi che fare il capo a tempo pieno. Quella non ufficiale, è che la mia mogliettina
non è pronta a fare i bagagli e cambiare città...>
<Insomma Rhodes, dillo apertamente: hai paura di dormire sul divano.> She Hulk lo colpì leggermente ad una spalla con un gesto amichevole e gli strizzò l'occhio.
<Diciamo che il divano è un ottimo incentivo e poi ci sono le promesse del matrimonio. Una volta marito, per sempre marito.> scherzò riproponendo lo slogan dei Vendicatori.
Ci fu un attimo di silenzio che lo stesso Rhodes interruppe subito.
<Torniamo alla base;
c'è ancora una cassa da aprire.>
Base dei
Vendicatori della Costa Ovest.
<Allora Pym,
vuoi rivelarci che c’è dentro la cassa o vuoi tenerti il segreto?> esclamò
impazientemente USAgent.
<Stavolta mio
malgrado devo concordare con lui.> aggiunse Tigra.
<Scusate, ho
ripristinato le comunicazioni. Ero al telefono con Julia: si è complimentata
con noi per la vittoria, e ha detto che le è dispiaciuto non poterci essere. Ma
anche aggiunto che ha terminato tutte le sue faccende personali a Denver, e che
da domani potremo contare su Aracne al cento per cento.>
<Sono
contento per lei, ma tornando al contenuto della cassa> disse Jim,
togliendosi l’elmetto <non riesco a credere che non glielo hai detto...>
<Volevo che
ci fossero tutti. L’avevo ordinata ... beh, prima del terremoto. > rispose
Hank mentre apriva le assi di legno mostrando il contenuto al resto della
squadra.
<E’ ...
bellissima!> esclamò Tigra nel vederlo.
Era una statua
in marmo a grandezza naturale di Mimo, la coraggiosa eroina che contribuì a fondare
i Vendicatori della Costa Ovest e che morì proprio durante una missione con
loro.
<E’ una cosa
che avevo pensato da tempo, ma che avevo troppe volte rimandato.> disse Hank
<Ho pensato che potesse rafforzare il nostro spirito ed il nostro morale ...
e dopo i recenti avvenimenti, Dio solo sa di quanto ne abbiamo bisogno. Mimo aveva a cuore questo gruppo più di
chiunque altro. Era orgogliosa di farne parte.>
<Mi è stata
tanto vicina, nei primi mesi nel gruppo ... mi sentivo insicura, impaurita,ma
lei aveva sempre una parola di conforto per me. Mi manca tanto...> disse
ancora Greer.
<E’ stata
l’unica a non trattarmi come se avessi una malattia, quando mi sono unito a
voi. Non ho mai capito cosa ci trovasse in quella testa bacata di Barton, ma mi
confessò che era intenzionata ad avere un bambino con lui, prima di morire. La
sua morte mi rattristò molto.> osservò USAgent.
<Già io ero
presente> aggiunse Rhodes <Coraggiosa fino all’ultimo.>
<Uh io e Jen
non l’abbiamo conosciuta tanto bene> disse Thunderstrike <ma quelli della
squadra Est ne parlano come di una grande eroina.>
<Lo era.
Bobbi era la migliore.> gli rispose Tigra.
<L’ha
scolpita Alicia Masters, vero?> chiese She Hulk <Riconosco lo stile.>
<Si è così.
Come vi dicevo, volevo che ci facesse da modello a cui ispirarci. Tu e Rhodey,
Greer, insieme a lei, Falco e Simon siete stati per questo gruppo quello che io
Jan Thor e Iron Man siamo stati per gli Est. Questa squadra mi ha aiutato a
risollevarmi dal ... il mio periodo più nero. Non ho mai voluto che venisse
sciolta, per questo mi sono unito a loro quando è stata riformata. Non voglio
che il mondo ci veda come ... una squadra di serie B. Noi siamo i Vendicatori,
non c’è alcuna differenza con l’altro team.
Lei lo credeva. E da oggi starà qui per ricordarcelo.>
Ci fu un momento
di silenzio. Il discorso di Henry aveva toccato tutti i membri del gruppo.
Fu Jim Rhodes a
rompere quella quiete.
<E va bene
... se dobbiamo festeggiare il ritrovato spirito dei Vendicatori Ovest, c’è una
tradizione che va assolutamente ripristinata... Occhio di Falco ci teneva
tantissimo...>
<Stai
pensando quello che sto pensando io?> disse Greer, sorridendogli. Jim le
fece un sorriso.
***
<Devo
ammetterlo, Barton ha avuto una brillante idea. Ogni tanto anche quella zucca
vuota ne azzecca qualcuna. Una vera tradizione americana.> USAgent si girò
verso gli altri con in mano un forchettone in cui era infilata una bistecca
cruda. Indossava un grembiule con la statua della libertà.
<Sarà
l'atmosfera, sarà che dopo essere sopravvissuta alla furia di un Hulk sono
sempre di buon umore, ma è la prima volta che i tuoi discorsi sulla patria non
mi vanno venire sonno.> She Hulk disse questo avvicinandosi al grill con
hamburger e salsicce già pronte.
<Festeggiare le
vittorie con un barbecue era una delle cose che mi piacevano di più di questa
squadra.> si introdusse Rhodey.
<Si ed è una
sana abitudine che dobbiamo continuare; intanto, venite ad assaggiare la
speciale costata alla Masterson!> Thunderstrike li richiamò al tavolo dove
aveva già servito il piatto e il tono era quello dell'imbonitore. USAgent
rimase a sorvegliare la griglia, gli altri invece si sedettero e Tigra afferrò
la carne con le mani e la addentò.
<Ottima. E'
evidente che non sei solo il dio del tuono ma anche dei fornelli.>
<Sono un dio
del tuono di scorta ma mi va bene così, anzi come ha detto Hank non siamo per
niente secondi agli Est. In quanto alla bistecca, come dicevo è una ricetta di
famiglia. Si cuoce con la birra. E’ venuta bene; temevo che le queste bionde
non andassero bene.>
She Hulk gli
passò dietro e gli spettinò i capelli.
<Se non ti
piacciono le bionde, con me vai sul sicuro sono una verde naturale>
Masterson si
imbarazzò e poi aggiunse sempre con la voce un po' affettata.
<Forza
andiamo a rifornirci da Capitan Barbecue>
Tigra avvicinò
She Hulk e le sussurrò.
<Lo sai vero
che il biondino ha un figlio ed è divorziato, vero?>
<Lo so, la
mia era solo una battuta. Non è che dici così perché ci hai messo tu gli occhi
addosso?>
Tigra seguendo
Masterson si umettò le labbra.
<Non nego che
sia un bel bocconcino ... non che non ce ne siano tanti altri, in giro per la
base.>
Hank era rimasto
in disparte. Stava vicino alla statua di Mimo e li osservava. Come nel giorno
della fondazione quel momento spiegava più delle sue parole come i Vendicatori
della Costa Ovest fossero rinati per davvero. Notò come Masterson sembrasse un
veterano del gruppo e non potè che essere felice della cosa. Walker lo invitò a
raggiungerli interrompendo pensieri che dopo tanti giorni e tragedie non erano
più cattivi; stappò una birra e la porse ad Hank, che la accettò non capendo
bene cosa volesse fare.
<Un attimo di
silenzio. Venite tutti qui.> esclamò
Agent.
Gli altri
Vendicatori ubbidirono senza battute come se sapessero cosa stesse per
succedere.
Walker sollevò
la bottiglia
<Armatevi con
una buona bionda come abbiamo fatto noi.>
In un attimo
altre quattro bottiglie vennero alzate.
<Immagino che
abbiate capito, quindi senza indugio propongo un brindisi al nostro impavido
leader!>
Hank non si
aspettava quel gesto proprio da USAgent. Pensava che Walker si sentisse un capo
migliore di lui. Forse era così prima di quel momento. Le bottiglie si
toccarono le une con le altre, i Vendicatori si guardarono e sorrisero e poi
tutti insieme urlarono al cielo, che sovrastava la villa squarciata, quello che
sarebbe stato il loro grido:
<VENDICATORI
DELLA COSTA OVEST UNITI!!!!>
Le Note
Si conclude così
questa prima avventura del nuovo ciclo dei VCO, con più di un tributo alla
tradizione del passato (glorioso) dei Vendicatori. Sono certo che tutti hanno
notato che abbiamo raccolto in questo numero le versioni “alternative” dei
quattro Vendicatori cinematografici (Cap, Thor, Iron Man e Hulk) e che, sotto certi aspetti, cita niente meno
che Avengers # 1; doveroso, visto che
il mese scorso è caduto il suo 50esimo
anniversario. Ebbene si; è passato metà secolo da quando Stan & Jack fecero
riunire per la prima volta Tony, Hank, Jan, Thor e Hulk.
I nostri VCO invece sono
più giovincelli, visto che hanno visto la luce per la prima volta nel settembre
del 1984, e quindi sono sotto i trent’anni! (Beh ancora per poco...).
Un team giovane,
dunque, composto da personaggi che hanno parecchie storie da raccontare;
restate con noi e ne vedrete delle belle!
CARMELO & IGOR